TERRA DI DIO – Racconto di un viaggio a Marrakech
Appena si mette piede fuori dall’aereo, un vento caldo ti accarezza dolcemente il
viso: è questa l’accoglienza che ti riserva Marrakech al tuo arrivo.
Il mio viaggio mi ha portato in Marocco sul finire di agosto, periodo sicuramente caldo ma sopportabile dato il basso grado di umidità della zona. Marrakech letteralmente significa “Terra di Dio”, ed effettivamente l’impressione che si ha visitando questa città è che qualcuno lassù si sia realmente impegnato per creare tanta bellezza.
Sono tante le cose da fare e da dire su Marrakech; intanto è importante specificare
che la città è divisa in due: al centro la medina, l’antica cittadina fortificata, e fuori
dalle mura la Ville Nouvelle, la parte più nuova della città che ospita ristoranti, golf
club e casinò. All’interno della medina sorge il grande souk (mercato tradizionale
berbero) dove puoi trovare di tutto: dai tappeti alle coloratissime spezie, dalla frutta
secca agli artigiani del cuoio che realizzano le babbucce (calzature tipiche
marocchine); imperdibile anche la grande moschea Koutoubia.
Ma è sul calare della sera che Marrakech cambia volto e la centralissima piazza
Jamaa El Fna si trasforma in un tripudio di luci, colori e odori che inebriano il naso e
la mente. Impossibile resistere alla tentazione di bere un tipico tè alla menta affacciati su una delle terrazze che circondano questa splendida piazza.
Appena fuori dal caos della medina, c’è un luogo che coi suoi colori e la sua natura
sedusse anche il famoso stilista Yves Saint-Laurent: il Jardin Majorelle. Creati dal
pittore francese Jacques Majorelle, questi giardini incarnano perfettamente l’idea di
un giardino lussureggiante che sia al contempo luogo di pace e tranquillità, attorniato da un blu così vivo e ipnotico da venir ribattezzato “Blu Majorelle”. Oggi i giardini ospitano anche la mostra “Yves Saint-Laurent et le Maroc”.
Insomma, Marrakech è una città che mi ha ammaliata, di cui conservo ricordi
meravigliosi e in cui spero, prima o poi, di poter tornare per apprezzarne ancora una
volta le bellezze esotiche e orientali.
Le foto presenti in questo articolo sono di proprietà di @attimiontheroad.