WATAMU BEACH: Cosa devi sapere su questo piccolo paradiso? (Kenya)
Qualche giorno fa, in un post qui sul blog, vi ho parlato del mio arrivo in Kenya e di quanto, sin dalle prime ore, l’Africa sia riuscita a sconvolgermi con la sua bellezza. Il viaggio in transfer che da Mombasa ci ha portato fino a Watamu Beach è stato uno dei più belli e particolari della mia vita perché mi ha messo a stretto contatto con una realtà che, per chi come me proviene da un paese occidentale, è davvero scioccante (di questo vi ho già parlato nello scorso articolo).
Una volta arrivati nei pressi di Watamu, il transfer ci ha portato fino a quella che per undici giorni sarebbe stata la nostra casa. La “Pole Pole Beach House” è una struttura stupenda inserita in un piccolo complesso residenziale situato a una cinquantina di metri dal mare e lontano dalle strade principali (o comunque da quelle più trafficate della zona). Al nostro arrivo, l’accoglienza è stata davvero eccezionale e dato si che Piero, il proprietario di casa, era italiano, per un momento è stato come sentirsi a casa. In un viaggio del genere, avere un punto di riferimento è davvero molto importante, specialmente in caso di necessità.
La Beach House di Piero è curata in ogni singolo aspetto e mantiene degli standard abbastanza europei, nonostante la casa rispecchi a pieno lo stile keniota. In particolare, questa Beach House è fatta su misura per i kitesurfer, sia per alcune accortezze messe a disposizione, sia per la sua vicinanza allo spot principale per il kitesurf: Watamu Beach, spesso conosciuta anche come Sardegna 2.
Dopo esserci sistemati nelle camere, non abbiamo voluto fare altro se non vedere l’oceano, vedere quello che sarebbe stato il nostro parco giochi e la nostra vera casa per tutta la durata della vacanza. La spiaggia di Watamu è un posto veramente incredibile. Chilometri e chilometri di costa ricoperta da sabbia bianca, talmente fina da sembrare tufo; acqua cristallina e talmente pulita da sembrare quasi irreale. Sopravento rispetto ai lidi e agli spot dedicati al kitesurfing, una distesa di sabbia bianca rende lo scenario incredibile, il contrasto con l’acqua caraibica e le palme da cocco che affollano la spiaggia rendono Watamu Beach uno dei posti più incredibili che ho visto fino ad ora. Sottovento, invece, l’acqua ha un colore leggermente più scuro, questo a causa della presenza di corallo.
Un altro aspetto che rende la spiaggia di Watamu davvero incredibile è una particolarità tipica dei paesi che si affacciano sull’oceano: la marea. A Watamu è molto importante conoscere come si muove la marea e lo è a tal punto che tutte le strutture, tanto i lidi quanto le strutture ricettive della zona, espongono lavagnette e cartelli con su scritti gli orari del picco dell’alta e della bassa marea. Prima di spiegarvi questa cosa è doveroso che io vi faccia una premessa, a Watamu è presente un reef a circa due chilometri, che rende l’intera costa un vero e proprio bacino naturale. Quando viene raggiunto il picco della bassa marea, il mare si ritira fino ad ottocento metri e da questo si origina: sopravento una lingua di sabbia enorme, sottovento invece una distesa di corallo. Quando, invece, viene raggiunto il picco dell’alta marea l’acqua raggiunge un’altezza massima (media) di circa 2,5 metri. La marea cambia diverse volte nel corso della giornata a cicli regolari, per questo se decideste di andare a Watamu per praticare qualche sport acquatico sarà bene che chiediate ai “locals” qualche informazione riguardo questo aspetto. Quello che io ho potuto constatare è che la marea, specialmente nei giorni di luna piena, sale molto velocemente fino a raggiungere il bagnasciuga nell’arco di una mezz’ora.
Una delle cose che amo di più di un viaggio, è la possibilità che mi viene data di imparare sempre cose nuove, di scoprire peculiarità e aspetti che probabilmente se non mi fossi spostato, non avrei mai avuto modo di imparare.
Spesso si dice che “viaggiare è l’unica cosa che rende ricchi”, durante il corso di questo viaggio ho capito quanto sia vero.