Quale FUTURO per il TURISMO nel SALENTO?
Lo scorso mercoledì 20 maggio abbiamo avuto l’opportunità di seguire un interessantissimo seminario “Quale futuro per il turismo nel Salento?” organizzato dall’associazione studentesca “Link Lecce” che ha coinvolto alcuni professionisti del settore e ad alcuni professori dell’Università del Salento. In questa occasione gli stessi studenti del Dipartimento di Economia si sono rivolti ai docenti per cercare di comprendere le diverse soluzioni in merito alla ripartenza del turismo nel Salento.
Per raccontarvi questo seminario vorremmo partire da un’importante premessa del prof. Pierfelice Rosato, docente di Economia e Gestione delle Imprese Turistiche presso l’Università del Salento. Il futuro del turismo, spiega il professore, deve essere analizzato seguendo una doppia logica:
- Nella logica di breve termine la prospettiva può essere una sola, ossia far sì che le imprese possano sopravvivere;
- Nella logica a 3/5 anni il ragionamento è invece un po’ più complesso e cercheremo di spiegarvelo nelle righe successive.
Questa emergenza, sempre secondo il professore, ha alcuni caratteri fondamentali che non possono essere sottovalutati: il virus ha colpito tutti ma non tutti allo stesso modo e non ha intaccato il sistema dell’offerta. Se la differenza fondamentale sta nel fatto che alcune destinazioni stanno già ripartendo, l’aspetto più importante è che il virus non ha cambiato l’idea che i turisti hanno della Puglia e la sua forza attrattiva nei confronti del turista non è scomparsa.
La grande sfida, continua il prof. Rosato, sarà quella di avere il coraggio di ripensare in maniera critica il sistema di offerta. È necessario a questo punto abbandonare la logica tipicamente italiana di vedere il successo solo quando si riescono a riempire le strutture ricettive; al contrario è importante riorganizzare il sistema di offerta partendo dalle esigenze della domanda. D’ora in poi, non possiamo più ragionare su “schemi” che fanno parte del passato. Oggi non possiamo più fare affidamento sulle macro-categorie, quali ad esempio “turismo balneare, montano, ecc”, perché esistono tante micro-motivazioni che il turista ha e che influenzano in modo forte il suo processo di scelta. Ecco perché, conclude il prof. Rosato, questo è il momento in cui essere critici diventa un dovere.
Seguendo questo pensiero è intervenuto il prof. Stefano De Rubertis, docente di Geografia del Turismo all’Università del Salento. Concentrarsi sul sistema di offerta, sostiene De Rubertis, è importante, ma non si deve fare l’errore di focalizzarsi solo sulla domanda.
Quello di cui c’è più bisogno oggi è la costruzione di un sistema di offerta che sia coordinato e di qualità ed oggi, a mancare, è soprattutto il primo aspetto. È inimmaginabile pensare che il piccolo imprenditore possa auto-organizzarsi con tutta la filiera e per questo motivo è necessario un investimento massiccio che riorganizzi tutta la filiera.
Questa crisi, continua il professore, deve essere l’occasione per comprendere che il turismo di massa non è sempre la soluzione, in quanto molto spesso causa un forte impatto sull’ambiente ed un bassissimo impatto sul sistema economico. Questo invece, è il momento di ripensare in maniera critica al turismo di nicchia, che ora può davvero fare la differenza.
Vogliamo concludere con una riflessione importante del Dott. Livio Chiarullo, responsabile dell’Ufficio Osservatorio di Pugliapromozione: “questo è il momento di non lavorare più sulla quantità, ma sulla qualità; basta al turismo mordi e fuggi!”. Alla luce di ciò, la crisi può essere un’opportunità straordinaria per ripensare e organizzare meglio l’offerta di questa magnifica terra che è il Salento.
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